
Ilaria Urbinati è una illustratrice e graphic novelist italiana nata e cresciuta a Torino. Lavora nel campo delle arti visive dal 2008, iniziando la sua carriera come character designer per il cinema di Animazione e consolidando la professione come illustratrice di libri per bambini e ragazzi con editori italiani e stranieri come Disney, Mondadori, DeAgostini, Il Castoro, Giunti, Erickson, Little Bee Books, Bao publishing. I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. Nel frattempo I suoi disegni sono apparsi in progetti di McDonald’s, Science Magazine, Barilla, Unilever. Per tre anni tutte le settimane ha illustrato la Posta del Cuore del quotidiano La Stampa e continua la sua collaborazione creando le storie dei classici a Fumetti per Tuttolibri. È docente allo IAAD di Torino dove insegna “Progettazione Grafica per l’Immagine” dal 2017.

n157
Illustrazione realizzata per il quotidiano “la Stampa” pubblicata nella Rubrica settimanale “la risposta del cuore” 2020. Tema: il significato e il diverso peso che la nostra vita può avere per gli altri rispetto alla nostra percezione”.
Pittura digitale

n159
Illustrazione realizzata per il quotidiano “la Stampa” pubblicata nella Rubrica settimanale “la risposta del cuore” 2020. Tema: avere 18 anni durante il lockdown.
Pittura digitale.

n114I
Illustrazione realizzata per il quotidiano “la Stampa” pubblicata nella Rubrica settimanale “la risposta del cuore” 2020. Tema: l’importanza di Gramsci per una ragazzina di oggi.
Pittura digitale.
L’intervista a cura di Felicia Guarna Andaloro.
1.Come fumettista e graphic novelist descriveresti in che modo riesci a tradurre le tue parole o quelle degli autori in bellissime immagini? Che ruolo ha la componente narrativa nelle tue illustrazioni?
La componente narrativa ha un ruolo fondamentale nelle immagini, per me si tratta di sentire il testo e interpretarlo in maniera non troppo letterale. la sfida è accompagnare quello che è scritto senza mostrare esattamente la scena, ma raccontandone un’altro lato più visivo, ma anche più emotivo. Talvolta se mi è permesso cerco anche di aggiungere una sottonarrazione, presente solo nella “mia” parte di storia. A volte i miei suggerimenti visivi vengono poi integrati dall’autore nel testo stesso.
2. Quali sono le grandi sfide per un’illustratrice?
Dal punto di vista artistico sicuramente cercare di avere uno stile personale e un approccio il più autentico possibile il tutto tenendo conto del mercato e delle mode passeggere che come in tutti i campi creativi vanno e vengono. Non meno importanti sono le sfide di ordine puramente pratico come mantenere alta la qualità degli elaborati nel rispetto delle deadline, la gestione di più progetti in contemporanea e la gestione di una attività al di là del disegno (burocrazia, gestione, promozione e comunicazione, contabilità) spesso l’artista si deve occupare anche di tutto questo oltre che della parte creativa ed è una sfida non da poco. Anche trovare il tempo per fare ricerca artistica personale non è per nulla facile. Per finire il work/life balance può essere una sfida: fare una lavoro artistico e legato all’identità spesso lascia poco tempo per “staccare” e permea la vita quotidiana. Da una parte è un bene, ma d’altra parte gli illustratori rischiano molto di lavorare 24 ore al giorno senza accorgersene.
3. Tra le tue illustrazioni, qual è l’opera di cui sei più orgogliosa?
Al momento sicuramente la graphic novel “il mare verticale” scritto da Brian Freschi e pubblicato da bao publishing nel 2020 che tratta i problemi degli attacchi di panico ed è un volume di 200 pagine che ha occupato due anni della mia vita. Aggiungo anche “Saving the countryside” un picture book uscito nel 2020 per un editore statunitense (little bee books, scritto da Linda Marshall) e già pubblicato in 4 paesi che racconta la vita di Beatrix Potter. Credo però nel profondo che la cosa che mi rends più orgogliosa sia fare questo lavoro full time da anni. Spesso di pensa ai lavori artistici e creativi come carriere di serie B che necessitano di altri tipi di sostentamento: riuscire ad avere una vita indipendente e felice facendo il lavoro che amo è sicuramente una cosa che mi rende fiera di me stessa, e in fondo per ogni artista il progetto preferito è sempre “il prossimo”.