
Marco Paschetta è illustratore e fumettista. Autodidatta, inizia a collaborare come fumettista su riviste autoprodotte italiane ed europee. Successivamente lavora come inchiostratore per Dupuis Edition (FR) e pubblica 3 albi a fumetti per bambini autoconclusivi per Bang Ediciones – Collecion Mamut (ESP – FR). Il suo lavoro è comparso su diverse riviste del settore tra le quali: Le Monde Diplomatique (DK), La Lettura del Corriere della Sera, Illustrati, Il battello a vapore (IT), A Buen Paso (ESP), Rizzoli (IT), Plume de Carotte (FR), Einaudi ragazzi e Mondadori. Il suo lavoro di illustratore è stato selezionato alla 31° e 35° Mostra Internazionale di Illustrazione per l’infanzia Le immagini della fantasia – Sàrmede (Italia), a Sharja Children’s reading festival – 3° edizione (Emirati Arabi) e al Festival de fumetto di Amadoura (Portugal). Affianca all’attività di illustratore quella di docente presso la Scuola Internazionale di Comics (Torino). Svolge laboratori di didattici di illustrazione e fumetto con bambini e ragazzi. Vive e lavora in Piemonte, a Cuneo.



L’intervista a cura di Alice Sidorow.
1. Le montagne sono spesso presenti nelle sue opere. Perché ne è così attratto?
Le montagne, come la natura in generale, sono spesso presenti nel mio lavoro perché sento di esserne fortemente attratto. Sia da un punto di vista morfologico: alberi, foglie, fiori, rocce, declivi erbosi o cascate trovo abbiano una forma che racchiude al suo interno “tensione” e “grazia”. Ne sono attratto anche dal punto di vista botanico (conoscere la vita degli alberi, la loro evoluzione, il loro ciclo vitale è per me fonte di stupore e alle volte, di sconcerto). Inoltre, ne sono attratto anche da un punto di vista esperienziale. Ho la fortuna di abitare vicino alle Alpi Marittime (sono quella porzione di Alpi che, partendo da vette alte e aguzze che superano i 3000 mt. si ammorbidiscono fino a inabissarsi nel mar ligure) e provo un gran piacere nel poterle frequentare, cercando sentieri e panorami ancora mai attraversati. La montagna, come molte altre espressioni della natura, trovo possegga un forte valore simbolico, legato al concetto di ascesa e di scoperta. Allo stesso tempo mi aiuta a conoscere il concetto di limite e questo mi è di grande aiuto anche quando disegno.
2. Lei è sia illustratore che fumettista. Sono due forme d’arte che hanno alcuni aspetti in comune ma ci sono anche delle differenze. Quale delle due forme d’arte preferisce e perché?
La ringrazio, Alice, per questa bella (e complessa) domanda. Ad oggi non saprei cosa risponderle. Amo tutti e due queste de forme di espressione. Sento di avere bisogno di entrambe, a fasi alterne. Credo sia una questione legata al cambiamento che il lavoro dell’illustratore e del fumettista portano con sé. Ogni nuovo lavoro è per me come una “porta sul mondo” che si apre e con il quale si deve imbastire un nuovo modo di “abitarlo”. Questa parola è per me di importanza assoluta. Uno degli aspetti che amo del fumetto è sicuramente la “confidenza” che si genera con il protagonista della storia e con il mondo che si costruisce. Spesso, il tempo di realizzazione di un fumetto è lungo e piuttosto articolato. Si entra così in confidenza con il protagonista (e con il mondo che lo circonda)al punto tale che, ad un tratto, sembra che viva di vita propria. Pagina dopo pagina, il protagonista sembra fare scelte in completa autonomia. Acquisisce una complessità caratteriale, di movimento e di scelte che sembrano andare ben oltre la mie magre idee iniziali. È come se diventasse, giorno dopo giorno, tridimensionale e complesso. Credo che questo aspetto (per me sensazionale e del tutto involontario!) sia dovuto al lungo tempo di progettazione ed esecuzione che necessita il fumetto. Dell’album illustrato, invece, mi seduce il dialogo che si genera tra il testo e le immagini. Scegliere, ad esempio, cosa mostrare o cosa invece non mostrare. Scegliere quanto potersi discostare dal testo al fine di non risultare didascalico. Cercare di far fiorire questo dialogo. Sono due aspetti che trovo rendano splendido il lavoro dell’illustratore. In definitiva, non credo di aver una preferenza a riguardo. Forse, l’unico auspicio è quello di poter continuare a confrontarmi con entrambe i linguaggi, cercando di conoscerne poco a poco, nuovi aspetti e possibilità.
3. C’è un progetto a cui attualmente sta lavorando che vorrebbe condividere con noi?
Sarei contento di condividere con voi un libro a fumetti per bambini, chiamato “Pistillo” , che uscirà a ottobre sia in Italia (Diabolo Edizioni) che in Spagna (Thule Ediciones). (Sarei felice uscisse anche in Quebec, prima o poi). È la storia di uno strano animale dal manto azzurro e dalla corna lunghe, chiamato Pistillo, che vive in un bosco di montagna e dal quale non è mai uscito. Sarà un evento inatteso a far conoscere al protagonista un piccolo pesciolino giallo di nome Spicchio. Insieme vivranno una grande avventura al di là degli ultimi alberi del bosco che li condurrà lungo un corso d’acqua, fino a raggiungere il mare. Sarà l’inizio di una grande amicizia e di un’avventura alla scoperta del mondo, delle leggi della natura e della sua fragile bellezza, troppo spesso minacciata dall’uomo. Questo è un progetto al quale sono molto legato perché è stato ideato, costruito e realizzato in un arco di tempo che ha visto molte cose intorno a me (e alcune anche dentro di me) cambiare. Il viaggio fatto da Pistillo e Spicchio è stato anche un po’ il mio e questo riflesso è un altro aspetto straordinario che la mescolanza di immagini e parole, sanno regalare.